Diritti ambientali e due diligence delle imprese minerarie

Dal 6 al 16 ottobre, la rete Iscos ospiterà quattro attivisti per i diritti umani e l’ambiente del Perù, tra cui alcuni rappresentati del Centro Estudios Regionales Andinos Bartolomé de las Casas (CBC) di Cusco, nostro partner per il progetto: “Derechos Humanos Ambientales YA” insieme alla Ong italiana WeWorld.

Gli attivisti viaggeranno tra Roma, Bologna, Milano e Torino. Iscos, in particolare, curerà l’organizzazione di un incontro pubblico previsto lunedì 10 ottobre alle ore 10.00 presso la Sala Storti di Via Po n°21, al quale parteciperanno anche i rappresentanti di Focsiv e della rete In difesa di. Tema dell’incontro: la due diligence di imprese internazionali e le filiere produttive globali e multinazionali, con riferimento specifico al settore minerario e agli effetti che l’estrazione ha su territori e popolazioni. Durante l’incontro si parlerà anche della campagna “Espinar no puede esperar“, sottoscritta da numerose Ong mondiali, che ha come obiettivo quello di richiedere all’Unione Europea la difesa dei diritti ambientali e sociali per Espinar, area di Cusco dove l’attività mineraria sta avendo un forte impatto sull’ambiente, con gravi conseguenze su tutta la popolazione. L’evento sarà quindi anche un’occasione per discutere dell’importanza delle campagne a difesa delle difensoras e dei difensores dell’ambiente. Nel pomeriggio, gli attivisti incontreranno una rappresentanza dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e della Cisl.

Per partecipare all’evento è necessario iscriversi utilizzando il modulo che trovate a questo link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdiTuftAfSi3PmoikGfslj5t1vehVSeIGHKKBMaloyke6mPYw/viewform?fbclid=IwAR0enFjzSF5auvw-DfxtvLSznZYz-NZ-bdkUXArB8mjymNMYZFRjyv0KRME

L’incontro si svolgerà in Spagnolo. Per partecipare sarà necessario indossare la mascherina FFP2 nel rispetto delle normative relative al Covid-19.

I quattro attivisti

Cecilia Sueiro

CECILIA SUEIRO è una antropologa della Pontificia Universidad Católica del Perú con un master in cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile presso l’Universidad Nacional San Antonio Abad di Cusco. Lavora sui temi dell’educazione e del cambiamento climatico, collegando il sociale e l’ecologico. Attualmente lavora presso il Centro Estudios Regionales Andinos Bartolomé de las Casas (CBC), accompagnando i processi di sviluppo del Centro unendo le ricerche in agroecologia a un approccio olistico.

NORA ANCCASI è una comunicatrice sociale dell’Universidad San Cristóbal de Huamanga, in Perù, con esperienza in comunicazione comunitaria, interculturalità e diritti dei popoli indigeni. Attualmente lavora presso il CBC accompagnando i processi di advocacy sociale, politica e comunicazione su questioni relative ai difensori dei diritti umani ambientali nel corridoio minerario della regione andina meridionale del Perù.

VIDAL MERMA MACCARCCO, comunicatore indigeno, giornalista con un focus sulla difesa dei diritti umani, originario della comunità di Ccoccareta, provincia di Espinar (Cusco). Il suo lavoro si concentra sulle conseguenze dell’estrattivismo nel Perù meridionale. Nel suo lavoro di giornalista che indaga e segnala incidenti ambientali, ha dovuto affrontare molti ostacoli. Nonostante questo, ha continuato il suo lavoro.
Dal 2018 collabora con il fotoreporter italiano Alessandro Cinque e con diverse ONG. Attualmente è il direttore di “Visión Noticias” sul canale 33 di Espinar.

ROCÍO SILVA-SANTISTEBAN è attivista, scrittrice, professoressa universitaria e attualmente membro del Congresso della Repubblica del Perù per la coalizione di sinistra Frente Amplio. Nel 2006 ha conseguito un dottorato in Lettere presso la Boston University, ha anche una laurea in Genere e una laurea in Giurisprudenza e Scienze Politiche. È stata consulente su questioni di diritti umani, genere e conflitti ecoterritoriali per UNICEF, OXFAM, Red Muqui, DIAKONIA, IWGIA, Terre des Hommes, tra gli altri. Tra il 2011 e il 2015 è stata responsabile della direzione esecutiva del Coordinatore nazionale dei diritti umani del Perù. Ha pubblicato e curato più di 20 libri di narrativa, giornalismo e accademici, l’ultimo dei quali è Indigenous Women and Climate Change (IWGIA 2020). È professoressa ordinaria presso l’Università Ruiz de Montoya e TPA presso la Pontificia Università Cattolica del Perù. È membro del Tribunale internazionale per i diritti della natura.

Perù: nono Paese più pericolo per i difensori ambientali

I difensori dei diritti umani continuano a essere in pericolo, in particolare quelli che proteggono la terra, le risorse naturali e i diritti delle popolazioni indigene. Secondo i dati statistici del Coordinatore nazionale per i diritti umani del Perù, dall’inizio della pandemia, 28 difensori dei diritti umani sono stati uccisi o sono scomparsi, 19 di questi erano indigeni che difendevano il loro territorio dalle mafie legate all’estrazione mineraria, al disboscamento illegale e al traffico di droga. In aumento anche gli omicidi di sindacalisti e di persone che protestano, così come la criminalizzazione di giornalisti e donne che denunciano la violenza di genere.

Mar Pérez, capo dell’Unità per la protezione dei difensori del Coordinatore nazionale dei diritti umani (CNDH), sottolinea che, sebbene negli ultimi anni “la cosa più visibile siano stati gli attacchi in Amazzonia legati ad attività illegali come traffico di droga, estrazione illegale e disboscamento illegale”, ci sono anche “altre dinamiche di violenza contro i difensori ambientali che sono legate alle attività delle società formali e alla violenza esercitata dallo Stato stesso”. Per questo Pérez assicura che la principale forma di aggressione contro i difensori dell’ambiente in Perù è la criminalizzazione, che si manifesta con denunce, indagini fiscali e processi.

In merito all’impunità degli attacchi ai difensori, è stato chiesto alla Magistratura e alla Procura della Repubblica di accelerare e rafforzare i processi.

Riguardo agli strumenti internazionali per ottenere giustizia ambientale, quindi, condizioni migliori per il lavoro dei difensori, c’è un congresso che rifiuta di ratificare l’Accordo di Escazú, firmato dal Perù nel settembre 2018 e respinto nuovamente dalla commissione per le relazioni estere. La ratifica dell’accordo è di vitale importanza perché consentirà di rafforzare le normative di tutti i settori dello Stato per la tutela dei difensori dell’ambiente e del territorio.

Il Centro Estudios Regionales Andinos Bartolomé de las Casas (CBC)

Fondato nel 1974, su iniziativa di quattro religiosi francesi dell’Ordine Dominica, il Centro ha una importante storia di dialogo interculturale, ecumenico e sociale. Situato nelle Ande meridionali, il CBC promuove lo studio e la comprensione del mondo rurale andino-amazzonico in tutte le sue dimensioni, con le sue criticità ma anche con le sue possibilità future. È impegnato a favore dei popoli emarginati tramite l’accompagnamento nei processi socio-culturali locali, l’educazione e la costruzione di nuove alleanze. 

Scopo del Centro è quindi l’istituzione di una società peruviana sempre più democratica, interculturale, inclusiva ed equa, che rispetti i diritti umani, sociali, economici, ambientali e politici. 

La rete Iscos, che da anni lavora in Perù in difesa delle comunità indigene e degli allevatori locali, è partner del Centro Bartolomè de las Casas per il progetto !Derechos Humanos Ambientales YA!, finanziato dall’Unione Europea con l’obiettivo di promuovere e tutelare i diritti umani delle comunità che vivono nei pressi delle attività estrattive di 4 province delle Regioni di Cusco e Apurímac.  

Il progetto mira a rafforzare l’advocacy delle comunità nei confronti delle autorità locali e la gestione autonoma delle risorse minerarie, in modo da incentivare lo sviluppo sostenibile e il rafforzamento della società civile. L’intenzione è quella di migliorare l’influenza e le azioni dei sindacati minerari delle zone interessate, pianificando così strategie efficaci per affrontare in maniera strutturata situazioni di conflitto. I sindacati possono avere, infatti, una funzione importante tanto nella difesa dei diritti dei lavoratori tanto nella tutela dei diritti ambientali, dato che solo uno sviluppo sostenibile e integrato, il rispetto delle comunità indigene e dei lavoratori, può accrescere i livelli di benessere a livello locale.

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