Il 10 Ottobre si è svolto a Roma l’evento “Diritti ambientali e due diligence delle imprese minerarie”, uno dei tre incontri svolti tra Roma, Torino e Milano in occasione della visita in Italia di quattro attivisti per l’ambiente peruviani, alcuni dei quali rappresentanti del Centro Estudios Regionales Andinos Bartolomé de las Casas (CBC) di Cusco. L’iniziativa è parte del progetto “Derechos Humanos Ambientales YA” finanziato dall’Unione europea e organizzato assieme ai nostri partner, Weworld-GVC onlus, Associaciòn Uniòn Iberoamericana de Municipalistas UIM.
L’evento ha visto la partecipazione di: Vidal Merma Maccarcco, attivista, comunicatore indigeno, giornalista incentrato sulla difesa dei diritti umani, inclusi quelli ambientali; Nora Ancassi, comunicatrice sociale dell’Università San Cristóbal de Huamanga; Cecilia Sueiro, antropóloga della Pontificia Universidad Católica del Perú e Rocìo Silva Santisteban; attivista, scrittrice, professoressa universitaria e attualmente membro del Congresso della Repubblica del Perù per la coalizione di sinistra Frente Amplio.




Durante l’incontro è stato affrontato il tema della due diligence delle industrie minerarie in Perù ed è stata sottolineata la necessità di regole più rigide per le imprese internazionali, soprattutto quelle del settore minerario, che hanno effetti devastanti su territori e popolazioni.
Le imprese minerarie perseguono una logica che guarda solo al profitto, al controllo del mercato e del territorio. L’inquinamento causato dal processo di estrazione dalle miniere in Perù sta provocando danni al territorio e gravi problemi di salute alle persone, sempre più esposte a cancro e morte. Il governo peruviano nasconde il problema e, a livello internazionale, viene data poca risonanza alle condizioni della popolazione peruviana, perché il potere economico è considerato più importante della salute del territorio e del popolo che lo abita.
Altro problema è quello della manodopera: solo l’1% della popolazione locale lavora nelle miniere, la maggior parte dei minatori viene dai paesi vicini al Perù. Quest’ultimi vengono ancora più sottopagati rispetto ai lavoratori peruviani.
Il 23% della popolazione locale lavora nel settore agricolo che è perennemente a rischio per l’inquinamento del terreno prodotto dalle miniere, che ha reso davvero difficile la vita degli allevatori di bestiame e degli agricoltori.
Ma difendere i propri diritti, incluso quello a un ambiente salubre, non è così scontato in Perù. In America Latina, infatti, sono già 827 i difensori dell’ambiente morti per difendere il proprio territorio. Molti altri sono costantemente sotto minaccia.
Quello che i difensori ambientali chiedono sono condizioni di vita più giuste ed eque per tutti e una maggiore negoziazione tra imprese private e sindacati. In Perù, infatti, non esiste un sindacato che rappresenti i minatori e il dialogo con le imprese è complicato.
Durante l’evento a Roma, si è discusso anche della campagna “Espinar no puede esperar“, sottoscritta da numerose Ong mondiali, che ha come obiettivo quello di richiedere all’Unione Europea la difesa dei diritti ambientali e sociali per Espinar, area di Cusco dove l’attività mineraria sta avendo un forte impatto sull’ambiente e sulle persone.
Derechos Humanos Ambientales YA
Iscos dà sostegno ai difensori dei diritti umani e ambientali in Perù che proteggono il loro territorio e il patrimonio culturale con coraggio. Grazie al progetto “Derechos Humanos Ambientales YA“, l’Istituto vuole aiutare i difensori ambientali a dare più visibilità alle situazioni di conflitto nei loro territori e ai danni che le attività estrattive in Perù compiono su ambiente e popolazioni. Obiettivo del progetto è anche quello di rafforzare l’alleanza con istituzioni pubbliche, società civile e mezzi di comunicazione nel denunciare le violazioni dei diritti umani, ma anche il miglioramento della gestione delle risorse naturali e ambientali in un contesto, come quello peruviano, che è già soggetto alle conseguenze della crisi climatica. Per fare questo, momenti di condivisione tra enti e organizzazioni internazionali, come quello svoltosi a Roma, sono fondamentali per tracciare strade di collaborazione comune.


