Pubblicato il Bilancio Sociale 2019 di ISCOS

In previsione dell’Assemblea dei Soci ISCOS, in programma il 22 settembre 2020 dalle 10.00 alle 14.00 in modalità webinar, è da oggi scaricabile da questo sito il Bilancio Sociale 2019 e il documento Allegato inerente ai Progetti di Cooperazione realizzati da ISCOS nazionale e dagli ISCOS regionali.

Il Bilancio Sociale 2019 di ISCOS, certificato dalla Società ITALREVI Spa e approvato dal Consiglio Direttivo riunitosi in Roma il 22/07/2020, sarà oggetto di presentazione e approvazione al primo punto dell’ordine del giorno dell’Assemblea dei Soci.

Successivamente si discuterà della situazione attuale e delle prospettive future di ISCOS, della proposta di variazione dei componenti del Consiglio Direttivo e saranno presentati i sei temi – diritti prioritari del “documento di indirizzo” sui quali vogliamo caratterizzare l’azione di cooperazione futura del nostro istituto, nelle sue articolazioni nazionale e regionali.

Di seguito riportiamo la “Relazione del presidente Vincenzo Russo sulla gestione”, contenuta nel Bilancio Sociale 2019.

1. Relazione del Presidente sulla gestione

Care socie e soci, presentiamo il bilancio sociale di Iscos con i comportamenti e i risultati sociali, ambientali ed economici delle attività svolte nel 2019.
In questo anno abbiamo lavorato insieme ai sindacalisti, agli imprenditori e alle associazioni del sud del Mediterraneo per promuovere il dialogo sociale; con i giovani disabili del Mozambico che cercano lavoro; in Senegal, insieme alle donne che vogliono lavorare con dignità nel settore della pesca; in Eritrea, con le donne ed i lavoratori per promuovere una società più giusta e pacifica; nel Salvador con le comunità rurali per creare lavoro difendendo l’ambiente; nella Repubblica Dominicana per i lavoratori del settore informale; insieme alle famiglie e alle comunità autoctone per lo sviluppo sostenibile in Amazzonia; con i bambini e gli adolescenti delle baraccopoli di Lima, in Perù; con la popolazione di Aleppo, in Siria, fornendo beni di prima necessità. A queste si aggiungono le iniziative realizzate direttamente dagli Iscos regionali, in Albania, Bosnia Erzegovina, Perù, Etiopia, Senegal, Marocco. In Italia è stato realizzato il corso attivisti per sindacalisti, studenti universitari e simpatizzanti sulla cittadinanza globale, ed il rilancio delle iniziative di comunicazione.
In totale 15 iniziative di cooperazione per un importo di circa 4 milioni e mezzo di euro: azioni per la promozione dei diritti umani e la democrazia, per lo sviluppo locale, per il diritto alla salute, in Asia, Africa, America centrale e del sud.
E’ stato fondamentale il contributo della Cisl, che si conferma il principale sostenitore dell’Iscos. Grazie alla solidarietà dei lavoratori iscritti alla Cisl, grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto con la scelta del 5 per mille o con una donazione, è stato possibile costruire una base finanziaria che ha permesso di partecipare ai bandi dell’Unione Europea e del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e realizzare concretamente le attività nei paesi di intervento.
E’ stato un anno di cambiamenti importanti nella struttura dell’istituto e nella gestione delle attività: sono andate via figure fondamentali come il Presidente, la Responsabile per le relazioni esterne ed istituzionali, il Responsabile dell’area progetti e la Responsabile di segreteria. Il nuovo Responsabile per l’area progetti è stato scelto a luglio, mentre la nomina del nuovo Presidente è avvenuta a dicembre. Con il supporto fondamentale del sistema degli Iscos regionali allo staff è stata garantita la continuità delle operazioni quotidiane e sono state gestite le emergenze in corso, riuscendo ad ottenere inoltre il finanziamento di nuovi importanti progetti in Senegal, El Salvador ed Eritrea.
Dal punto di vista finanziario l’anno si è chiuso con un avanzo di € 29.707, dopo tre anni di disavanzo consecutivi. Un’inversione di tendenza che bisogna sostenere con profondi cambiamenti strutturali, per dare al sistema Iscos sostenibilità ed efficienza, per acquisire maggiore credibilità verso i donatori ed innestare così un circolo virtuoso di sviluppo.
Rispetto all’anno precedente, gli oneri sono diminuiti, passando dai 1.711.531 € del 2018 ai 1.396.717 € del 2019, per la riduzione delle spese del personale e delle attività dei progetti; la riduzione dei proventi è stata meno marcata: da 1.543.747 € del 2018 a 1.426.424 € del 2019.
Guardando allo stato patrimoniale, si registra un lieve miglioramento del patrimonio netto, che grazie all’avanzo realizzato arriva a -251.913 € (era di -281.620 € al 31 dicembre 2018). Un segnale di ripresa, timido, da custodire ed irrobustire.
La situazione dell’Istituto non permette di rilassarsi: bisogna intervenire a tutti i livelli operativi per migliorare l’efficienza e la sostenibilità economica, due prerequisiti fondamentali del nostro agire politico per il lavoro dignitoso nel mondo e la solidarietà sindacale.
L’ISCOS ha una storia bella e forte di collaborazioni in tutto il mondo, sorretta da persone che hanno aiutato concretamente comunità e sindacati e che sono entrati nella storia dei paesi che li ospitavano. Dal Brasile all’Eritrea, dall’Albania alla Palestina, al Pakistan troviamo persone comuni, leader sindacali, di governo, infrastrutture, centri di formazione che testimoniano la solidarietà del sindacato italiano, della CISL, attraverso l’ISCOS.
E’ una ONG diffusa sul territorio italiano, in maniera differenziata, che in gran parte delle regioni può vantare una rete di persone che con passione e professionalità promuovono i temi del lavoro dignitoso e delle filiere produttive globali, dei diritti delle donne, dei migranti, dell’ambiente, dei popoli indigeni, della disabilità. E’ una realtà unica in Italia sotto questo aspetto.
Per non disperdere queste ricchezze bisogna convogliarle verso un indirizzo comune, un obiettivo a lungo termine che sia ben presente a tutto il sistema e a chi gli sta intorno, una cornice di senso per l’agire quotidiano.
Bisogna migliorare la comunicazione interna al sistema ISCOS, rivedere le procedure e i metodi di lavoro e chiedersi cosa avvicina all’obiettivo e cosa si è sedimentato e si fa solo per abitudine e può essere tralasciato.
La comunicazione verso l’esterno sta migliorando, e bisogna investire molto di più in questo aspetto. Raccontare le storie delle lotte e delle conquiste che viviamo insieme ai protagonisti in giro per il mondo è la strada maestra per costruire relazioni basate sulla solidarietà e sulla visione di un mondo più giusto ed equo.
Il contesto in cui viviamo offre numerose sfide. Nel momento in cui scriviamo questa relazione, la pandemia del COVID 19 sta colpendo duramente l’America e gradualmente si ritira dall’Europa; in Asia è quasi conclusa, mentre in Africa gli effetti sanitari sembrano inferiori alle previsioni. Il suo impatto emotivo, economico, gli effetti sugli spostamenti delle persone impongono una riflessione sul ruolo della cooperazione internazionale. La pandemia aumenta le differenze e le disuguaglianze, lasciando chi era indietro ancora più indietro: le donne, i poveri, i lavoratori informali, le comunità senza servizi sanitari o forme di protezione sociale. Iscos, il mondo della cooperazione, devono impegnarsi ancora di più sapendo che esistono limiti all’azione tradizionale, soprattutto per gli spostamenti delle persone, e che il protagonismo dei partner locali deve essere ulteriormente potenziato.
Sullo sfondo resta la campagna contro le ong e la solidarietà in generale. Sorretta dai nazionalismi e da interessi economici (pensiamo al commercio di esseri umani, allo sfruttamento di lavoratori senza diritti nelle nostre campagne), la campagna contro chi pensa che ogni persona abbia dei diritti fondamentali viene sistematicamente alimentata su più fronti. Le favole dell’invasione, del lavoro rubato, delle malattie, della sostituzione etnica, della scelta obbligata tra risparmio per i consumatori e diritti dei lavoratori, o tra lavoro e ambiente, hanno la radice comune nella visione del mondo di chi detiene il potere economico e politico e vede come una minaccia la crescita della democrazia e l’emancipazione di chi è sfruttato.
Passando ai temi legislativi italiani, la riforma del terzo settore in corso è un duro colpo per l’ISCOS. Se l’articolo 2 dello Statuto della CISL propone “la solidarietà internazionale dei sindacati lavoratori liberi e democratici” come mezzo per trasformare il sistema economico che non permette lo sviluppo della personalità umana, l’articolo 4 della legge di riforma del terzo settore afferma che “Non sono enti del Terzo settore […] i sindacati […] nonché gli enti sottoposti a direzione e coordinamento o controllati dai suddetti enti”. Solo una riforma radicale degli statuti permetterà agli ISCOS di continuare la propria azione di solidarietà e di raccolta fondi tramite i bandi pubblici e le scelte del 5 per mille. Nella stessa situazione sono tutte le realtà promosse dal sindacato.
L’applicazione della legge 125 / 2014 e la situazione at tuale dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo sono due elementi da considerare nell’orizzonte prossimo dell’ISCOS. I ritardi nelle nomine e nei concorsi ai vari livelli, dall’attribuzione delle deleghe del vice Ministro al concorso per il personale, il percorso di revisione delle procedure dei bandi di gara, rallentano la cooperazione con questo donatore che negli anni è stato un importante interlocutore.
Due importanti paesi per il presente e il futuro dell’ISCOS hanno situazioni problematiche. In Brasile la conclusione di una difficile iniziativa con la Delegazione dell’Unione Europea in Amazzonia lascia in eredità un’incognita sulla chiusura finanziaria del progetto. In Pakistan il mancato riconoscimento come ONG (destino comune a molte organizzazioni internazionali) da parte del Governo locale ha di fatto reso impossibile realizzare due importanti progetti finanziati da AICS e da ILO. La speranza è di riuscire a recuperare nel corso del 2020 una parte delle attività, in Italia con la comunità pakistana.
Davanti a noi abbiamo opportunità che dobbiamo saper cogliere.
L’esperienza globale del coronavirus ha ribadito come il mondo e i destini dei suoi abitanti siano sempre più connessi. Ci ha ricordato che possediamo gli strumenti per dialogare a distanza ed agire in maniera coordinata. Sta a noi inventare (o più semplicemente imparare) i modi di agire che possano generare cambiamenti strutturali.
Dal prossimo anno inizierà il nuovo settennato di programmazione dell’UE, con il Multiannual Financial Framework 2021-2027 (MFF), recentemente modificato dallo European Recovery Instrument da 750 miliardi di euro, battezzato ‘Next Generation EU’ (NG EU). Le risorse destinate all’assistenza esterna sono nel capitolo VI, Neighbourhood and the World. La voce principale del capitolo è il “Neighbourhood Development and International Cooperation Instrument” (NDICI), per un importo di 75,5 miliardi, a cui il NG EU contribuirà con ulteriori 10,5 miliardi. E’ su questi tavoli che si gioca il futuro di una buona parte dell’aiuto pubblico allo sviluppo che vede l’Europa donatore leader a livello mondiale. Grazie alle piattaforme di cui facciamo parte, Solidar, Concord, ITUC CDN, possiamo, dobbiamo dare il nostro contributo in questi mesi per aiutare a definire i modi in cui verranno impiegate queste risorse.
L’opportunità più grande che abbiamo è di recuperare il senso delle nostre azioni di cooperazione. In un contesto globale in cui gli spazi per la democrazia si riducono bisogna costantemente sostenere le lavoratrici e i lavoratori associati nei sindacati. Le democrazie vivono sul bilanciamento dei poteri espressi da varie realtà, e non possiamo permetterci di far mancare la voce di chi lavora nel dialogo sociale. Dal punto di vista economico, crediamo che il lavoro dignitoso sia uno degli strumenti fondamentali di redistribuzione delle risorse, insieme a scuola, sanità e protezione sociale. E in un sistema economico caratterizzato da filiere produttive globali, la nostra partita deve giocarsi su un campo da gioco più ampio dei confini nazionali.
Dato il contesto, le proposte per rendere più efficace l’azione dell’Istituto verranno esposte con maggiori dettagli nelle pagine seguenti: il modello organizzativo, la strategia di comunicazione. Soprattutto, verranno presentati i progetti realizzati e i loro beneficiari, le persone, che sono i destinatari e il punto di partenza delle nostre azioni.

ISCOS – Bilancio Sociale 2019 B

Allegato progetti nazionale e regionali

Condividi l'articolo: