COOPERA: Quale futuro per la Cooperazione italiana?


Si è chiusa ieri 25 gennaio la 1° Conferenza nazionale della cooperazione allo sviluppo “Novità e futuro: il mondo della Cooperazione Italiana” organizzata dalla Farnesina, che ha raccolto quasi 3000 persone tra volontari, associazioni, cooperanti, esperti, e soprattutto giovani.

Interventi istituzionali

Dopo la legge 125/14, questa è la prima conferenza volta ad identificare strumenti e metodologie per adattare la cooperazione al nuovo contesto internazionale. L’incontro è stato aperto dagli interventi istituzionali del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Angelino Alfano, del Presidente della Repubblica Centrafricana Touadera, del Commissario Europeo per la Cooperazione allo Sviluppo Neven Mimica, del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e del Presidente della Società Dante Alighieri Andrea Riccardi. Dopo aver ringraziato i volontari e i cooperanti che hanno scelto di fare del bene come propria missione personale, è stato ricordato come la nuova legge abbia risolto alcuni tra i vuoti presenti nella cooperazione:

  • il piano di riallineamento per l’APS (Aiuto Pubblico allo Sviluppo) ha portato l’Italia ad essere il quarto maggiore contribuente nel G7;
  • l’impegno per una maggiore presenza in Africa ha portato alla creazione di ulteriori ambasciate, progetti e partenariati, oltre che ad una sempre più intensa integrazione internazionale delle imprese italiane, in grado di creare valore aggiunto condiviso;
  • sono state rese possibili nuove professionalità tecniche;
  • è stato risolto il nodo tra settori pubblico e privato in tema di cooperazione, creano una sinergia fondamentale;
  • è stato dato il compito alla Cassa Depositi e Prestiti di fornire strumenti per far sì che l’Italia torni ad essere competitiva e che il nostro sistema economico.

Importanti sono stati i ringraziamenti all’Italia da parte del Presidente Touadera in nome del popolo centrafricano per la presenza delle organizzazioni non governative in momenti di grave crisi del paese, ma soprattutto per aver facilitato la creazione di infrastrutture e di condizioni di vita migliori e per aver ripristinato canali che garantiscano la libera circolazione delle persone.
Calenda, a questo proposito, ha affrontato il tema del Migration Compact, ricordando come l’Unione Europea debba contribuire all’uscita dell’Africa dal sottosviluppo non prevenendo le migrazioni o costruendo barriere difensive, ma elaborando una strategia precisa e condivisa su come gestire i flussi nel modo più efficace e nel massimo rispetto dei principi dell’aiuto. “Chi salva vite umane è degno di rispetto, non di sospetto. Non si tratta di ergere muri, ma di preoccuparsi ed occuparsi del futuro dei giovani africani”, ha sottolineato Andrea Riccardi, già Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, “e la creazione di lavoro in Africa e l’internazionalizzazione delle imprese italiane -nel rispetto dei diritti globali- devono viaggiare sullo stesso binario”.
Per quanto riguarda il tema della sostenibilità ambientale, il Ministro Galletti ha sottolineato l’importanza di tre eventi chiave: l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco -incentrata sull’ambiente come bene comune, sul cambiamento climatico, sulle risorse naturali e sulle diseguaglianze globali- , l’Agenda 2030 e la Conferenza sul Clima tenutasi a Parigi. L’Unione Europea è in prima linea in tali accordi internazionali e il nostro Paese ha stanziato € 4 miliardi in campo ambientale per il quinquennio 2015-2020.

Tavole rotonde

Il focus della sessione pomeridiana di mercoledì 24 e di quella mattutina di giovedì 25 gennaio è stata la riflessione su cinque tematiche essenziali del mondo della cooperazione: giovani, migrazioni, settore privato, sviluppo sostenibile e comunicazione.
Vedendo più da vicino alcune tra queste tavole rotonde, durante l’incontro “Giovani: nuovi protagonisti nel contesto globale” sono state presentate le diverse opportunità a disposizione dei giovani studenti o cooperanti interessati a trovare una propria via di accesso al mondo della cooperazione e a dare il proprio personale contributo. La principale raccomandazione per gli anni a venire è giunta da Andrea Cortesi dell’ISCOS Emilia Romagna: permettere anche ai giovani alle prime armi, senza esperienze sul campo alle spalle, di inserirsi nel mondo delle ONG e nei progetti di cooperazione come figure junior, accompagnando figure senior da cui potranno apprendere le buone pratiche del mestiere e la gestione degli imprevisti.
Nel panel “Il settore privato e i nuovi partenariati per creare lavoro dignitoso e sviluppo sostenibile” si è parlato di “terra di mezzo”: lo spazio tra profit e non profit, in continua riduzione. Nella consapevolezza del bisogno di appronfondire le opportunità delle imprese nella cooperazione e di rivedere il loro modus operandi affinchè possano contribuire efficacemente agli SDGs (i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), è emersa la necessità di creare una piattaforma condivisa, un database per tracciare le esperienze di cooperazione delle imprese: ciò non solo stimolerebbe un prezioso scambio di idee, ma aumenterebbe i livelli di accountability, trasparenza e fiducia reciproca.
Proseguendo con il panel “Il futuro che vogliamo: le sfide della sostenibilità sociale, ambientale ed economica“, le proposte emerse sono cinque: 1) pubblicizzare maggiormente le sfide globali che la cooperazione italiana sta attraversando; 2) implementare buone politiche ambientali a livello nazionale ed europeo, che possano rappresentare un esempio per i paesi partner; 3) centrare l’attività di cooperazione su target specifici, quali donne, bambini e portatori di disabilità; 4) porre enfasi sulla dimensione territoriale; 5) migliorare l’efficacia di monitoraggio e valutazione, per avere un impatto maggiore nel rispetto delle risorse disponibili.

“La Cooperazione cambia il mondo”

Durante la sessione mattutina di giovedì 25 gennaio, le istituzioni hanno presentato le risorse investite e i risultati raggiunti nella cooperazione internazionale. Come il Direttore MAECI-DGCS Luca Maestripieri ha ricordato, le aree prioritarie della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (DGCS) sono gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), le emergenze -di natura umanitaria e naturale- e l’efficacia dello sviluppo e dell’uso delle risorse.
La Direttrice dell’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) Laura Frigenti, rivolgendosi principalmente a coloro che per la prima volta si approcciano al mondo della cooperazione, ha fornito un quadro generale dell’attività che l’Agenzia svolge a Roma e nei 20 paesi in cui è presente per far sì che l’impegno politico e strategico dei Ministri si traduca in interventi efficaci. “L’Agenzia funge da cerniera tra le strutture pubbliche e il sistema di attori che operano sul campo nei diversi paesi partner”, ha affermato la Direttrice. Relativamente alle risorse stanziate, si è parlato di un aumento dei fondi da € 340 milioni nel 2016 a € 502 milioni nel 2017, in un solo anno, destinati a oltre 1000 progteti attivi nel mondo. Laura Frigenti ha poi concluso l’intervento delineando il suo fine ultimo: “L’Agenzia vuole essere più di una macchina che gestisce interventi di cooperazione; vuole far acquisire all’Italia un ruolo centrare nel dibattito sullo sviluppo”.
Annamaria Furlan, Segretaria Generale della CISL, ha poi posto l’accento sull’attività trentennale del sindacato nella cooperazione allo sviluppo:

“Siamo consapevoli che solo attraverso la partecipazione si può creare lo stato di diritto per i popoli, attraverso il dialogo con i territori, il coinvolgimento di uomini e donne, il sostegno dei loro sogni di crescita e attraverso la creazione di condizioni di lavoro dignitoso, di impresa e di diritti. La nostra attività è sempre stata accompagnata dal sostegno alla creazione di sindacati liberi laddove erano vietati. In questi anni si è visto un grande salto di qualità nel dialogo sociale, nel modo di cooperare e nel riconoscimento delle nostre responsabilità”.

Conclusioni

Infine, il Vice Ministro Mario Giro, il Ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano e il Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni hanno presentato il documento di sintesi finale della conferenza.

“Il “fare insieme” tra soggetti diversi -ministri, ONG, terzo settore, imprese, regioni e comuni, giovani e università- è stata la più grande sopresa di questa conferenza. Questa è la vera Italia: quella che non si chiude nelle proprie frontiere, che sa che chi non coopera declina.Questo è il centro morale della Nazione e va difeso e sostenuto dal governo nella sua interezza”
Queste le parole di Mario Giro, che ha riflettuto anche su quanto i sospetti, la paura e il dietrismo da parte di chi ha creato “coscienza cattiva” sul mondo del volontariato e della cooperazione abbiano fatto male al nostro Paese, definendoli come “il mondo più depresso e più culturalmente e moralmente sottosviluppato“.
L’Onorevole Angelino Alfano, dopo aver ringraziato gli enti di cooperazione per aver guidato i successi dell’Italia in questo campo, ha precisato il fatto che non siano stati fatti solo investimenti economici per garantire la sicurezza, ma anche investimenti politici concretizzatisi, ad esempio, nell’apertura della prima ambasciata italiana nel Sahel.

Infine, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni si è concentrato sui dati, sui risultati raggiunti: il passaggio dallo 0,14 allo 0,27 delle risorse destinate all’APS ha permesso all’Italia, considerata il fanalino di coda tra i paesi industrializzati, di diventare oggi il quarto paese donatore nell’ambito del G7.
Bisogna continuare in questa direzione, fare di più: l’obiettivo per il 2020 è raggiungere lo 0,30. I grandi progetti, le grandi infrastrutture non potranno cambiare, però, le prospettive delle comunità locali se non accompagnate dalla capacità di valorizzare le attività locali. Bisogna far crescere un tessuto sociale per far sì che possano crescere con le proprie forze, senza dipendere dall’aiuto dei Paesi più ricchi”.
Giuseppe Farina, Presidente dell’ISCOS Nazionale, presente ad entrambe le giornate di lavori, alla luce dei risultati raggiunti dalla due giorni ha espresso un giudizio positivo sull’impatto che la Conferenza ha avuto sulla platea, principalmente costituita da giovani volenterosi di affacciarsi al mondo della cooperazione nazionale ed internazionale.
“La presenza delle scuole, delle menti che in futuro potranno decidere di fare della cooperazione la propria scelta di vita personale e professionale, ha senza alcun dubbio rappresentato uno dei punti di forza di questo evento. In questa importante congiuntura storica, in cui appare sempre più evidente l’urgenza di unire le risorse pubbliche e private, la cooperazione internazionale ha dimostrato di saper reagire, creando preziose sinergie, aumentando le risorse a disposizione e costruendo solidi partenariati, purchè rimangano fedeli al rispetto della dignità umana e agli standard posti a livello internazionale. Noi come Iscos accpgliamo con fervore questa ondata di cambiamento, difendendo quelli che da sempre sono i nostri principi: la difesa delle libertà sindacali e dei diritti umani, la lotta alla povertà e alle discriminazioni, il sostegno alle comunità colpite da catastrofi naturali e guerre, l’accesso al lavoro dignitoso, la crescita di singoli e dei gruppi attraverso percorsi di emancipazione, di partecipazione e di responsabilità personale e collettiva.”

Per maggiori informazioni:
Documento conclusivo della Conferenza
Video Streaming 24 gennaio
Video Streaming 25 gennaio
Intervento Annamaria Furlan
 

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