Una voce per le lavoratrici domestiche a Maputo (Mozambico)

di Silvia Cirillo, ricercatrice antropologa dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”

“Sono una lavoratrice, una combattente, una sindacalista!”, canta con entusiasmo Lirya abbracciando a turno le compagne che riempiono la sala conferenze della Commissione consultiva del lavoro (CCT) a Maputo. È il 16 giugno 2023, ci troviamo all’interno del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, in una delle vie centrali della capitale mozambicana. Sono presenti decine di donne lavoratrici come Lirya, attiviste, membri del Sindacato nazionale di lavoratrici e lavoratori domestici (SINED). Alcune di loro indicano un cartellone appeso alla parete che annuncia: “Viva il 16 giugno, Giornata Internazionale del Lavoro Domestico!”  

Come ogni anno, le lavoratrici si riuniscono per chiedere al governo la ratifica della Convenzione 189 approvata nel 2011 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), con l’obiettivo di migliorare le condizioni di decine di milioni di lavoratrici e lavoratori domestici in tutto il mondo.  

Le famiglie di Maputo beneficiano del lavoro quotidiano di donne e ragazze – spesso adolescenti – che si occupano delle faccende di casa, si prendono cura di bambini, anziani e persone con disabilità. Talvolta sono domestiche residenti, talvolta lavorano a giornata, ogni mattina lasciando le famiglie nei distretti periferici di residenza per raggiungere il luogo di lavoro in centro città. Lirya si sveglia tutti i giorni alle 5, prepara da mangiare per i quattro figli ed esce di corsa nel tentativo di prendere al più presto il primo chapa (camioncino che serve da mezzo di trasporto pubblico). Superate diverse fermate sale su un secondo chapa che si ferma – dopo un’ora di tragitto nel traffico – vicino alla casa dove lavora. La giornata lavorativa è lunga e senza pause, si ripete inesorabile ogni giorno della settimana eccetto la domenica (unica giornata libera). Alle 18, dopo aver preparato l’ultimo pasto per i datori di lavoro, Lirya percorre le strade trafficate di Maputo verso casa, in attesa di abbracciare i figli e condividere la cena prima di riposare. Il lavoro svolto da Lirya e da molte altre donne e ragazze gioca un ruolo cruciale nell’economia e nella società mozambicana, fornendo servizi essenziali alle famiglie. Tuttavia, le condizioni delle lavoratrici spesso rimangono in ombra e sconosciute al grande pubblico. Le lavoratrici sono sottoposte a condizioni di vita precarie, affrontano lunghe ore di lavoro e salari molto bassi, sono vulnerabili a numerose forme di abuso e sfruttamento. La mancanza di tutele giuridiche rende difficile far valere i propri diritti, lasciando le donne senza una protezione adeguata. Questo perpetua un ciclo di soprusi e ingiustizie che mina la dignità e i diritti umani di queste donne.  

Il 16 giugno 2023 ne hanno parlato a Maputo la Segretaria generale SINED, il rappresentante OIL, il Segretario dell’Organizzazione dei Lavoratori Mozambicani (OTM-CS) e il Segretario Permanente del Ministero del Lavoro. Queste Organizzazioni locali e internazionali stanno lavorando per promuovere i diritti delle lavoratrici, sensibilizzare l’opinione pubblica e collaborare con il governo per creare politiche più inclusive. Ha esclamato con determinazione una lavoratrice, leader del sindacato SINED: “Chi siamo? Solo domestiche! Nessuno valorizza il nostro lavoro. Ci maltrattano, ci chiamano serve! Ma ricordate che in fondo al cuore loro (i datori di lavoro) sono consapevoli che senza di noi le famiglie… non sopravvivono!” 

Non dimentichiamo che il 16 giugno è una data speciale perché racchiude tre importanti ricorrenze, riflettendo la pluralità di sfide e lotte che il Mozambico ha affrontato e continua a fronteggiare. Oltre ad essere la Giornata Internazionale del Lavoro Domestico, questo giorno segna la memoria del massacro avvenuto a Mueda (nella provincia di Cabo Delgado) nel 1960, quando centinaia di persone furono uccise in un brutale scontro con le forze coloniali portoghesi. Questo tragico evento è diventato un simbolo della lotta del Mozambico per l’indipendenza, una testimonianza delle sofferenze subite durante il periodo coloniale e un invito a rinnovare l’impegno collettivo per una nazione libera, giusta e pacifica. Infine, il 16 giugno è la Giornata Internazionale del Bambino Africano, un momento per concentrarsi sulla protezione dei diritti dei minori e sulle sfide che devono affrontare, come l’accesso all’istruzione, alla salute e alla protezione dai pericoli. Tutti diritti che spesso vengono negati alle piccole lavoratrici che prestano servizio all’interno delle famiglie estese sin dall’infanzia. Ha concluso il rappresentante del Ministero del Lavoro: “Queste tre celebrazioni pongono l’accento su temi cruciali riguardanti i diritti umani. Oggi gridiamo al mondo con rinnovata forza: lavoro dignitoso per il settore domestico!” 

È necessario promulgare e applicare leggi che garantiscano il rispetto dei diritti delle lavoratrici, incluso il salario minimo, le tutele giuridiche e la protezione contro gli abusi. Migliorare le condizioni di lavoro richiederà uno sforzo collettivo, che coinvolga le organizzazioni della società civile, il governo, le comunità e i datori di lavoro. Solo con un impegno sincero per il cambiamento sarà possibile garantire giustizia, dignità e diritti paritari in questo settore essenziale dell’economia mozambicana.  

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *